IL GRANDE DONO DI TRE NUOVI SACERDOTI

Per grazia del Signore, nella Basilica di San Giuseppe, sabato 22 aprile alle 18.00 si è tenuta una solenne Concelebrazione Eucaristica durante la quale, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E.Rev.ma Monsignor Romano Rossi, sono stati ordinati tre nuovi sacerdoti appartenenti alla Congregazione di San Michele Arcangelo: Moses Kabota Chishimba, William Kachingwe e Pawel Zagorski.

La Santa Messa è stata concelebrata da numerosi sacerdoti micaeliti: il superiore Generale Padre Dariusz Wilk, il Superiore della Provincia Italo-Elvetica Padre Bogdan Kalisztan, Padre Pietro Burek, Rettore del nostro Santuario, Padre Janusz Konopacki parroco a Nepi. Tra i concelebranti, anche Mons. Tymon Chmielecki, Mons. Enrico Rocchi, ed altri. La liturgia è stata animata dal Coro Vejentano e San Filippo Nepi, diretti dal Maestro Romeo Lipperi.

La numerosa folla presente in Basilica ha vissuto momenti di grande commozione e di grande gioia, sentimenti presenti in particolare nel cuore degli ordinandi, consapevoli del compito al quale sono stai chiamati: la totale consacrazione della loro vita a Dio.  In effetti, durante la prima parte della celebrazione era possibile percepire sul viso dei tre ordinandi una lieve tensione, molta concentrazione ed una forte emozione, che in seguito si è sciolta con il lungo applauso della folla festante. L’ordinazione di un sacerdote è sempre un dono grande e sabato 22 aprile la nostra comunità ha esultato di gioia e ha fatto tre volte festa, accogliendo e salutando con letizia tre nuovi sacerdoti: un tesoro immenso! Per la Congregazione di San Michele Arcangelo è la prima volta che in uno stesso giorno vengono ordinati tre sacerdoti: un evento ecclesiale davvero importante per tutta la Chiesa universale, per la nostra Chiesa particolare e tutti i presenti in quel giorno si sono mostrati particolarmente grati al Signore per l’abbondanza dei suoi doni.

All’interno della Basilica hanno trovato posto centinaia di persone. Tra loro, in prima fila, emozionatissimi, i genitori degli ordinandi, le sorelle, i fratelli, i parenti giunti dalla Polonia e dal lontanissimo, e ormai carissimo, Zambia. Consolante e bello è stato vedere tanti giovani partecipi di un evento davvero unico, tanti amici i dei tre neo sacerdoti e molti fedeli provenienti dalle parrocchie presso le quali hanno prestato servizio come diaconi.

All’inizio della celebrazione ha preso la parola Padre Pietro per un breve saluto al vescovo Romano, ai concelebranti, alle autorità civili e militari e a tutti i presenti.

La liturgia di ordinazione vera e propria è iniziata dopo la proclamazione del Vangelo con la presentazione degli eletti da parte del Superiore della Provincia Italo-Elvetica Padre Bogdan Kalisztan. Dopo essersi assicurato che ne fossero degni, Monsignor Romano ha acconsentito all’ordinazione.

Il Vescovo Romano, nella sua omelia incentrata sulla grazia, sulla chiamata e sul dono della risposta, partendo dalle letture proclamate ha sottolineato che, “oggi la visita di Gesù nel Cenacolo si compie in maniera visibile e tangibile esprimendo la verità profonda di ogni sua visita nella nostra vita e in particolare la verità profonda di quella storia di amore e di fede rappresentata da una vocazione che si lascia compromettere dal Signore per tutta la vita.” Poi, riferendosi ai tre ordinandi, ha proseguito dicendo:” Gesù è entrato nella loro vita, allo stesso modo con cui entrò nel Cenacolo perché è sempre il Risorto, il Signore che si presenta così, entra a porte chiuse, irrompe di sua iniziativa, si mostra e si fa riconoscere”. Con parole forti e incisive, il Vescovo Romano ha proseguito dicendo:” Viene, è Lui, si mostra, è vivo e viene per dare, contrariamente a quanto in certi momenti tutti siamo portati a credere.  Il Signore non viene e prendere, non viene a diminuire. Viene Risorto, sta Risorto, “stette in mezzo a loro”, è il Verbo della Vita richiamato dalla morte, ma viene per offrire”. Il nostro Vescovo ha ancora sottolineato quanto sia di importanza vitale per ogni cristiano, e in particolare per il sacerdote, la relazione con il Signore, citando la frase di Gesù Risorto:” la pace sia con voi”. Dare la pace, dalle labbra creative del Verbo che ha creato l’universo, vuol dire “dare tutto”, dare il massimo, tutto! Mostrò loro le mani e il costato, alitò e donò lo Spirito. Cosa aggiunge lo Spirito alla pienezza di tutti i doni? Nel cammino spirituale del credente, della Chiesa, del chiamato, nelle celebrazioni di oggi? Aggiunge la relazione, la comunione, esplicita che il dono più grande significa diventare figli nel Figlio mediante lo Spirito di figliolanza che Gesù ci dona”. Ed infine, Monsignor Romano ha tracciando la fisionomia del presbitero, il cui aspetto peculiare deve essere quello della sua configurazione a Gesù, di unione con Cristo, per essere segno della sua presenza salvifica nella Chiesa per gli uomini del nostro tempo.

Al termine, tutti nel chiostro del convento per le foto ricordo e per un lauto e delizioso rinfresco organizzato e servito sotto i l porticato dalle gentili signore del “Team Organizzativo del Santuario”. Una grande e gioiosa festa familiare proseguita con gioiosi canti e balli tipici dello Zambia e anche della Polonia.

La prima Santa Messa solenne presieduta dai tre sacerdoti novelli è stata celebrata domenica 23 aprile nella Basilica di San Giuseppe alla presenza di una numerosissima assemblea e animata dal Coro del Santuario diretto dal Maestro Alessandro Sestili. L’omelia, molto bella e articolata, è stata pronunciata dal Rettore del Santuario, Padre Pietro Burek.

Prima della solenne benedizione, il Superiore Padre Bogdan ha letto pubblicamente e poi consegnato ai neo sacerdoti una pergamena da parte di Papa Francesco.

Al termine della celebrazione, è stata impartita una solenne benedizione su ciascuno dei partecipanti.

Ed infine un augurio ai nostri carissimi Padre William, Padre Moses e Padre Paolo: inviati al popolo di Dio, configurati a Gesù Cristo non perdete mai di vista quanto vi ha detto il  nostro Vescovo Romano: “il  popolo di Dio  capisce che differenza che c’è tra mestiere e martirio, è un popolo che vi attende, un popolo che vi difenderà, che vi porterà, che vi acclama oggi, non solo voi come persone, ma per ciò che il Signore compie in voi, perché si aspetta da voi la primizia di una nuova creazione, che attraverso le vostre trafitture passi a loro per prolungare, per incendiare, per illuminare, per generare”.

Fin d’ora vi assicuriamo la nostra preghiera davanti all’immagine di nostra Madre Maria SS.ma “ad Rupes” e il Signore vi protegga in questo vostro ministero sacerdotale. Attraverso di voi e grazie alla vostra testimonianza e coerenza, possa il cuore di molti giovani e meno giovani aprirsi all’amore di Cristo, che chiama tutti alla pienezza della vita.   

Marina SPINOSA

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