San Giovanni Paolo II a Castel Sant'Elia

FRAMMENTI DEI DISCORSI DEL BEATO GIOVANNI PAOLO II PRONUNCIATI A CASTEL SANT’ELIA E A NEPI
DURANTE LA SUA VISITA PASTORALE
NELLA DIOCESI DI CIVITA CASTELLANA IL 1° MAGGIO 1988.

“Con la mia venuta in questa splendida Valle Suppentonia, intendo offrire anche all’intera popolazione, che si distingue per operosità e senso civico, un segno di stima profonda.

A questo attestato di considerazione unisco l’auspicio che la collaborazione per il bene comune cresca sempre più tra di voi, abitanti di una terra nobile per storia antica e ricca di moderna laboriosità, e l’invito a guardare ai principi evangelici come universale fonte di luce e di forza.

Rivolgo, infine, a voi, cari fratelli e sorelle della diocesi di Civita Castellana, il saluto più affettuoso, mentre vi esorto a far vostro l’amore che la Madonna ebbe per il Signore, per la Chiesa e per l’umanità. In questo modo il servizio alla vita personale e comunitaria, in cui il cristiano deve distinguersi, darà sempre il primato alla carità, la quale conferisce pienezza di senso e di valore ad ogni altra virtù.

Miei cari, come suggerisce l’immagine della Madonna “ad Rupes”, la quale contempla in atteggiamento orante il Bambino Gesù che sta sulle sue ginocchia, vi invito ad essere, come lei, perseveranti nella preghiera, per chiedere a Dio che realizzi in voi il vostro essere di cristiani e faccia giungere a compimento il provvido disegno, per il quale vi ha creati e chiamati.

Sono prospettive grandi, come grande è l’affetto di pastore che vi porto e che mi spinge a proporvele, per ravvivare la vostra fede ed aprire il vostro cuore a propositi generosi.

Accogliete i suggerimenti che lo Spirito del Cristo risorto fa echeggiare nei vostri animi ed impegnatevi ad attuarli con un comportamento delicato e sollecito.

Se in atteggiamento di preghiera vi porrete come Maria santissima alla sequela di Gesù, egli, il vivente, vi condurrà lungo la via della perfezione cristiana, che non di rado è “via crucis”, via segnata dalla croce, ma al cui termine splende la luce radiosa della risurrezione”.

(Discorso di Giovanni Paolo II al Santuario di Maria SS. “ad Rupes”, 1 maggio 1988)


“Maria, Madre di Dio e degli uomini, ha disseminato i suoi Santuari in ogni angolo del mondo come testimonianza visibile della sua volontà di rimanere sempre accanto a ciascuno di noi, attenta alle nostre necessità, pronta all’aiuto. I figli considerano il Santuario mariano come la propria casa, perché casa della madre, e si muovono, anche da luoghi distanti, per andare a farLe visita ...

Beati coloro che fanno della propria casa una residenza stabile di Maria. Benedetta fra tutte le donne, colma della pienezza della grazia divina, ella non arriva mai a mani vuote; viene a portare Gesù: il dono più grande. Viene ad assicurare la comunione col Padre celeste, fonte di ogni bene, a formare nel cuore dei figli la docilità allo Spirito Santo, a sviluppare il senso dell’autentico amore e del reciproco rispetto, a portare forza, serenità e pace all’interno delle famiglie, a creare una società di fratelli, a dare coraggio agli ammalati, fiducia ai giovani, perdono ai peccatori”.

È con vera letizia che mi incontro con voi oggi, in questo giorno, che la festa del lavoro e l’inizio del mese dedicato dalla pietà cristiana alla Vergine Maria, rende particolarmente gioioso. Voi, che vivete così vicini al caratteristico Santuario scavato nella roccia, non avete mancato di onorare la Vergine santa…”

La vostra è una terra di fede e di fervore. Lo stesso nome del Santuario mariano “ad Rupes” riecheggia l’epoca delle grotte che, trasformate in “laure”, ospitarono per molti anni gruppi di monaci, dedicati esclusivamente alla contemplazione e alla preghiera”.

(Discorso di Giovanni Paolo II alla Popolazione di Nepi, 1 maggio 1988)

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