Concelebrazione Eucaristica in onore della B.V.M. Immacolata presieduta da S. E. Rev.ma Mons. Romano Rossi

Domenica 8 dicembre, nella Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, nella Basilica di San Giuseppe alle 19.00 si è tenuta una Santa Messa Solenne presieduta da S.E. Rev.ma Monsignor Romano Rossi, Vescovo di Civita Castellana e concelebrata da Monsignor Tymon Chmielecki, ufficiale della Segreteria di Stato del Vaticano e da numerosi sacerdoti micaeliti: p. Boguslao Turek Sottosegretario alla Congregazione per le Cause dei Santi, p. Pietro, Rettore del Santuario, p. Riccardo, parroco di Castel Sant’Elia, p. Janusz, parroco di Nepi, p. Giorgio, p. Stanislao, p Martino.

Tra i fedeli presenti, il sindaco di Castel Sant’Elia, Rodolfo Mazzolini, con il Vice Sindaco Elvio Parmeggiani e il signor Tiziano Cati membri della Giunta comunale. L’animazione liturgica è stata affidata al gruppo musicale “Michael”, composto dai seminaristi Paolo, Luca, Adriano e da diacono Tommaso, che hanno cantato al Signore e a Maria Santissima con tutto il cuore e tutta l’anima, “con grande passione”, come ha sottolineato anche il nostro vescovo Romano al termine della Santa Messa. Il servizio dell’altare è stato affidato ai seminaristi Mosè e William e ai fratelli Vladimir e Andrea.

All’inizio della Celebrazione ha preso la parola padre Pietro il quale ha rivolto un saluto ed un ringraziamento al Vescovo Romano e poi, rivolto all’assemblea, parlando dell’Immacolata Concezione così si è espresso: “L’Immacolata Concezione è una indicazione delle scelte di Dio; è un chiaro avviso che Dio può entrare nell’uomo soltanto quan¬do il cuore è libero dal peccato: perché il peccato è egoismo, mentre Dio è amore; il peccato è schiavitù, mentre Dio è libertà; il peccato è tenebra, mentre Dio è luce. Dio si può consegnare esclusi¬vamente ad una Madre che sia Immacolata.

Oggi noi siamo innestati in questa storia. Il ricordo di Maria, Immacolata per dono di Dio e per libera risposta, è un invito anche per tutti noi, un invito a purificare l’amore, ad elevarlo, a renderlo profezia dell’amore di Dio”.

Nella sua bella e sempre ispirata omelia, il nostro Vescovo Romano si è soffermato sulla figura di Maria Immacolata ed ha sottolineato la forza di Maria durante gli esorcismi “Conosco certe liturgie della Chiesa che si chiamano esorcismi per sapere che l’unica che fa perdere la testa al maligno è l’Immacolata perché l’Immacolata è il segno che l’uomo non è marcio, non è irreversibilmente marcio , che l’uomo non è irreversibilmente preda del maligno” . Monsignor Rossi ha poi aggiunto:” La chiesa accetta questa sfida: si può all’uomo di oggi, all’italiano medio di oggi, al civitonico e dintorni medio di oggi, si può dirgli: tu sei creato per essere come Dio? Abbiamo questo coraggio, parlando dell’immacolata, non facendo un comizio: tu puoi essere come Dio a condizione che tu accetti di essere figlio. Perché, come sapete, Maria è Immacolata non per meriti suoi e non per predilezione divina ma per i meriti del Figlio . Il serpente è stato vinto nel Getsemani e sul Calvario quando Gesù’ ha detto: “Padre” – vale a dire io voglio diventare come te – “ma non la mia, bensì la tua volontà” ;“Padre, nelle tue mani affido il mio spirito “e poi la resurrezione. La sfida di Gesù’ Cristo: si diventa come Dio accettando, riconoscendo di essere figli. Maria è stata preservata dal peccato per diventare Madre, ma è diventata Madre nella misura in cui ha accettato di diventare figlia“. Ed infine la forte l’esortazione del nostro vescovo con queste parole:”se ci riconoscessimo figli e fratelli a tutti i livelli vedremmo schiacciata la testa della bestia perché la bestia – lo sapete – non è soltanto quella che fa dire le parolacce : la bestia è il regista occulto dell’infelicità , della disperazione, è il regista che specula sulla difficoltà dell’uomo, di reggersi a galla, per invitarlo a maledire il suo giorno, il suo Dio e sopprimere se stesso”.

Bello, infine, l’invito che Monsignor Romano ha rivolto a tutti i fedeli con queste parole : “Questa è la nostra fatica di Chiesa : permettetemi, amici, la nostra responsabilità e il nostro vanto è tenere viva la chiamata a divenire come Dio e la capacità, il coraggio, il martirio, il servizio, la vita della chiesa nelle parrocchie, nei rapporti, nei santuari, come un servizio a tutti per scoprire qual è la strada che porta l’uomo alla sua pienezza….. Torniamo lì: la donna vestita di sole, che schiaccia la testa al serpente insieme alla sua stirpe come una speranza possibile, come una madre reale, affidata a tutti noi”.

Marina Spinosa

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