MEMORIA DELLA BEATA VERGINE MARIA DI LOURDES E XXII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

Il giorno della Memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, da ormai molti anni al nostro Santuario viene celebrato in maniera solenne. E così anche quest’anno l’11 febbraio numerosi fedeli si sono dati appuntamento presso la piccola Grotta della Madonna di Lourdes per pregare insieme, in processione, il santo Rosario. A guidarlo, il Rettore Padre Pietro Burek, il quale ha proposto delle bellissime meditazioni, una per ogni “mistero” del Rosario. Sotto una lieve pioggia, lungo la via dedicata a SS Santità Giovanni Paolo II si è formata una processione, diretta alla Grotta di Maria Santissima “ad Rupes”, durante la quale sono stati meditati e contemplati i misteri del dolore e cantate varie strofe del canto dedicato alla Madonna di Lourdes. Giunti alla Grotta, al termine della recita del Rosario si è tenuta la santa Messa, anch’essa celebrata da padre Pietro e animata liturgicamente dal seminarista William.

Il Rettore all’inizio della celebrazione Eucaristica ha parlato delle apparizioni della Madonna alla giovane Bernadette Soubirous nella grotta di Massabielle, a Lourdes, ricordando che durante una di esse la Madonna si rivelò alla giovinetta come l’Immacolata Concezione, a cinque anni dalla promulgazione del dogma dell’Immacolata Concezione. Padre Pietro ha tenuto a sottolineare che l’11 febbraio è anche una ricorrenza molto importante: quella della Giornata del malato, istituita 22 anni fa dal beato papa Giovanni Paolo II. A tal proposito p. Pietro ha citato il messaggio di Papa Francesco in occasione della XXII Giornata mondiale del Malato: ”mi rivolgo in modo particolare alle persone ammalate e a tutti coloro che prestano loro assistenza e cura. La Chiesa riconosce in voi, cari ammalati, una speciale presenza di Cristo sofferente. E’ così: accanto, anzi, dentro la nostra sofferenza c’è quella di Gesù, che ne porta insieme a noi il peso e ne rivela il senso………….. Affido questa XXII Giornata Mondiale del Malato all’intercessione di Maria, affinché aiuti le persone ammalate a vivere la propria sofferenza in comunione con Gesù Cristo, e sostenga coloro che se ne prendono cura. A tutti, malati, operatori sanitari e volontari, imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

Ma il Rettore ha anche parlato della sofferenza che, se offerta al Signore, rende corredentori. Ne sono esempio luminoso tante persone - tra le quali la mamma di padre Pietro tornata alla casa del Padre nello scorso mese di luglio - che dal loro letto di dolore accettano la propria sofferenza e la offrono serenamente a Dio divenendo così i testimoni della passione di Cristo e, contemporaneamente, i testimoni della sua risurrezione. A tal proposito il celebrante ha citato quanto papa Wojtyla scrisse nella Lettera Apostolica “Salvifici doloris” sul senso cristiano della sofferenza, datata 11 febbraio del 1984. Così si esprime Giovanni Paolo II: “il dolore vissuto con Gesù serve veramente alla salvezza dei fratelli e delle sorelle. “Non solo quindi è utile agli altri, ma per di più adempie un servizio insostituibile”. Secondo il Papa, questo è il paradosso del Vangelo: “le sorgenti della forza divina sgorgano proprio in mezzo all'umana debolezza”. Quindi aggiunge: “Allorché questo corpo è profondamente malato, totalmente inabile e l'uomo è quasi incapace di vivere e di agire, tanto più si mettono in evidenza l'interiore maturità e grandezza spirituale, costituendo una commovente lezione per gli uomini sani e normali”.…….. “Cristo non spiega in astratto le ragioni della sofferenza, ma prima di tutto dice: “Seguimi!”. Vieni! Prendi parte con la tua sofferenza a quest'opera di salvezza del mondo, che si compie per mezzo della mia sofferenza! Per mezzo della mia Croce. Man mano che l'uomo prende la sua croce, unendosi spiritualmente alla Croce di Cristo, si rivela davanti a lui il senso salvifico della sofferenza … E allora l'uomo trova nella sua sofferenza la pace interiore e perfino la gioia spirituale”.

Al termine della sua omelia p. Pietro ha letto la preghiera che Papa Giovanni Paolo II indirizzò alla Madonna di Lourdes nel 2004, durante la sua ultima visita, quando era già all’apice della sua sofferenza fisica:

Ave Maria, Donna povera ed umile,
benedetta dall'Altissimo!
Vergine della speranza, profezia dei tempi nuovi,
noi ci associamo al tuo cantico di lode
per celebrare le misericordie del Signore,
per annunciare la venuta del Regno
e la piena liberazione dell’uomo.
Ave Maria, umile serva del Signore,
gloriosa Madre di Cristo!
Vergine fedele, dimora santa del Verbo,
insegnaci a perseverare nell'ascolto della Parola,
ad essere docili alla voce dello Spirito,
attenti ai suoi appelli nell'intimità della coscienza
e alle sue manifestazioni negli avvenimenti della storia.
Ave Maria, Donna del dolore,
Madre dei viventi!
Vergine sposa presso la Croce, Eva novella,
sii nostra guida sulle strade del mondo,
insegnaci a vivere e a diffondere l'amore di Cristo,
a sostare con Te presso le innumerevoli croci
sulle quali tuo Figlio è ancora crocifisso.
Ave Maria, Donna della fede,
prima dei discepoli!
Vergine Madre della Chiesa, aiutaci a rendere sempre
ragione della speranza che è in noi,
confidando nella bontà dell'uomo e nell'amore del Padre.
Insegnaci a costruire il mondo dal di dentro:
nella profondità del silenzio e dell'orazione,
nella gioia dell'amore fraterno,
nella fecondità insostituibile della Croce.
Santa Maria, Madre dei credenti,
Nostra Signora di Lourdes,
prega per noi.
Amen.

Marina SPINOSA

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