“ TE DEUM LAUDAMUS! ” MESSA DI RINGRAZIAMENTO PER LA CANONIZZAZIONE DI GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II - 4 maggio 2014

Domenica 4 maggio alle 19.00, nella Basilica di san Giuseppe si è tenuta la Solenne Concelebrazione Eucaristica di Ringraziamento per la Canonizzazione di San Giovanni XXIII e di San Giovanni Paolo II, presieduta da Padre Boguslaw Turek, Sottosegretario alla Congregazione per le cause dei Santi, e animata dal gruppo musicale “Michael” composto dai seminaristi del nostro Santuario.

Molti i fedeli convenuti, tra i quali il Sindaco di Castel Sant’Elia Rodolfo Mazzolini, il Vice Sindaco Elvio Parmeggiani, ed alcuni rappresentanti della Giunta comunale. All’inizio della santa Messa ha preso la parola il Rettore p. Pietro Burek, per sottolineare la portata storica dell’evento che milioni di fedeli hanno vissuto il 27 aprile : “oggi vogliamo esprimere tutta la nostra gioia e la nostra gratitudine a Dio per il dono di questi due nuovi Santi e per tutto ciò che essi hanno operato in questa vita”. Poi il Rettore ha ricordato la visita di Giovanni XXIII al nostro Santuario nell’ottobre del 1924, quando lavorava alla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli “Propaganda Fide”, ed anche la visita di Giovanni Paolo II il 1° maggio 1988. Poi ha aggiunto: “I sacerdoti concelebranti, presenti questa sera, hanno conosciuto San Giovanni Paolo II: p. Boguslao, che ha seguito tutto l’iter della sua beatificazione e canonizzazione e che lo ha incontrato in tante e diverse occasioni, p. Giorgio che, come Rettore, lo accolse il giorno della sua storica visita a questo santuario, Mons. Tymon, che il 26.5.1991 venne ordinato sacerdote proprio da Papa Giovanni Paolo II, e p. Stanislao, p. Teddy, p. Adam, p. Riccardo,…. ed anche io. Tutti noi abbiamo avuto la grazia di essere ricevuti in udienza privata ed anche di poter concelebrare con lui, stringergli la mano, parlargli. Ci sentiamo debitori verso Dio per quanto ci è stato donato per mezzo di questi due Papi Santi. Abbiamo avuto il grande privilegio di sfiorare la mano di un Santo la cui santità era visibile, un uomo in relazione e in comunione profonda con Dio, che si manifestava anche all’esterno…”.

Come riflessione per la Celebrazione Eucaristica, p. Pietro ha proposto la lettura dell’omelia che il Cardinale Angelo Comastri , Arciprete della Basilica Papale di San Pietro, aveva tenuto in piazza san Pietro la mattina del 28, durante la Messa di Ringraziamento per la canonizzazione di Giovanni Paolo II.

Molto bella l’esortazione di p. Boguslao che al temine della Celebrazione ha invitato tutti a sentirsi una “famiglia grande” e a seguire l’esempio dei due nuovi santi che “sono divenuti santi perché hanno vissuto il ministero petrino da santi”.

”I santi non sono eroi, ma umili peccatori che si lasciano santificare da Gesù” (Papa Francesco)

Marina SPINOSA

Inizio del mese di maggio - Messa solenne - 1 maggio 2014

E’ INIZIATO IL MESE DI MAGGIO!

Com’è gradevole l’atmosfera al nostro Santuario! Lo è tutto l’anno, ma in particolare a maggio, il mese dedicato alla Madonna. Lo sperimentano quotidianamente tanti pellegrini e lo hanno sperimentato i numerosi fedeli che giovedì 1° maggio di buon mattino sono stati accolti al nostro Santuario da una musica soave che li ha accompagnati lungo il percorso che conduce alla Grotta di Maria Santissima “ad Rupes”. Qui tutti si sono raccolti attorno alla Madre per pregare il santo Rosario delle 6.15, cantare le litanie Lauretane, guidate dal Seminarista Paolo all’organo, in attesa di partecipare alla santa Messa delle 6.45, presieduta dal nostro Vescovo Romano.

All’inizio della celebrazione ha preso la parola il Rettore, padre Pietro Burek, per rivolgere un caloroso saluto ed un ringraziamento a S.E. Monsignor Romano Rossi.

P. Pietro ha poi ricordato che “con la celebrazione odierna diamo inizio al mese mariano ma questa santa Messa vuole essere anche un atto di ringraziamento per il dono dei due nuovi Papi Santi. Tutt’e due hanno infatti sostato in preghiera in questa Grotta: San Giovanni XXIII il 27.10.1924, quando era lavorava alla Propaganda Fide, e San Giovanni Paolo II il 1° maggio 1988 quando venne in visita alla diocesi di Civita Castellana e da questa Grotta affidò a Maria Santissima ad Rupes tutto il popolo di Dio della nostra diocesi”.

Il Rettore ha infine rivolto un saluto al Sindaco di Castel Sant’Elia Rodolfo Mazzolini, ai sacerdoti concelebranti, ai religiosi e alle religiose presenti.

Nella sua omelia, Monsignor Romano ha sottolineato come, non trattandosi di una Solennità, la presenza di tanti fedeli fosse l’espressione di una “adesione affettuosa, oltre che credente. E’ un pellegrinaggio di carattere affettivo che vi porta qui da Maria, nostra Madre “.

E proprio su Maria come Madre, il nostro Vescovo ha voluto sviluppare la sua omelia: ”In alcune pagine del Vangelo, c’è un certo modo di interpretare la figura della Madre (da parte della gente), che Gesù non apprezza perché queste interpretazioni sono secondo la carne, secondo i capricci….La Madre avviene nel segno dell’ascolto della Parola e nell’obbedienza alla Parola, per questo è Madre. Perfettamente allineata alla traettoria del Figlio, sotto la Croce Maria è l’emblema della fede, piena consumazione del “SI’” davanti al Figlio che muore….; e la morte accettata del Figlio diventa grembo fecondo che genera vita, e Giovanni è il primo di questi figli”. Poi ha aggiunto:” Riconoscere Maria come Madre dunque è un atto di obbedienza al Figlio”, dal momento che Gesù stesso, rivolgendosi a Giovanni ai piedi della croce, così gli ha detto: “Ecco tua madre”. Ed infine Monsignor Romano ha sollecitato i presenti a ritornare con tutto il cuore all’obbedienza alla Parola del Vangelo, a vivere sulla strada della verità avendo “Maria come Madre, Dio come Padre e Gesù come fratello…riconoscendoci figli veri nella verità di questa vocazione…”

Prima della benedizione finale tutta l’assemblea ha recitato l’atto di affidamento a Maria Santissima “ad Rupes”.
In questo nostro Santuario anche quest’anno è dunque iniziato in maniera solenne il mese tradizionalmente dedicato alla Madonna, ora non ci resta che continuare ogni giorno la preghiera del santo Rosario tanto antica – è nata infatti intorno al XIII secolo in ambiente dominicano - eppure sempre nuova.

Siamo in tempo di Pasqua: sia allora nostra opzione quella di mettere il Risorto al primo posto nella nostra vita e, come ci ha indicato il nostro Vescovo Romano, ridare centralità all’ascolto e all’obbedienza alla Sua Parola di salvezza, a imitazione di nostra Madre Maria Santissima.
Buona preghiera e buon mese di maggio a tutti!

Marina SPINOSA
 

Preghiera a San Giovanni Paolo II

O San Giovanni Paolo, dalla finestra del Cielo donaci la tua benedizione! Benedici la Chiesa, che tu hai amato e hai servito e hai guidato, spingendola coraggiosamente sulle vie del mondo per portare Gesù a tutti e tutti a Gesù. Benedici i giovani, che sono stati la tua grande passione. Riportali a sognare, riportali a guardare in alto per trovare la luce, che illumina i sentieri della vita di quaggiù.

Benedici le famiglie, benedici ogni famiglia! Tu hai avvertito l’assalto di satana contro questa preziosa e indispensabile scintilla di Cielo, che Dio ha acceso sulla terra. San Giovanni Paolo, con la tua preghiera proteggi la famiglia e ogni vita che sboccia nella famiglia.

Prega per il mondo intero, ancora segnato da tensioni, da guerre e da ingiustizie. Tu hai combattuto la guerra invocando il dialogo e seminando l’amore: prega per noi, affinché siamo instancabili seminatori di pace.

O San Giovanni Paolo, dalla finestra del Cielo, dove ti vediamo accanto a Maria, fa' scendere su tutti noi la benedizione di Dio. Amen.

Angelo Card. Comastri
Vicario Generale di Sua Santità per la città del Vaticano

Preghiera a San Giovanni Paolo II (PDF)

Preghiera a San Giovanni XXIII

Caro Papa Giovanni, la tua persona semplice e mite profumava di Dio e accendeva nel cuore il desiderio della bontà.

Tu parlavi spesso della bellezza della famiglia raccolta attorno alla mensa, per condividere il pane e la fede: prega per noi, affinché vere famiglie tornino ad abitare nelle nostre case.

Tu a larghe mani hai seminato speranza e ci hai educato a sentire il passo di Dio, che prepara una nuova umanità: aiutaci ad avere un sano ottimismo per vincere il male con il bene.

Tu hai amato il mondo con le sue luci e le sue ombre e hai creduto che la pace è possibile: aiutaci ad essere strumenti di pace nelle case e nelle piazze.

Tu con paterna dolcezza hai consegnato una carezza per tutti i bambini: così hai commosso il mondo e ci hai ricordato che le mani ci sono state donate non per colpire, ma per abbracciare e asciugare le lacrime.
Prega per noi, affinché non ci limitiamo a piangere il buio ma accendiamo la luce, portando dovunque Gesù e pregando sempre Maria. Amen.

Angelo Card. Comastri
Vicario Generale di Sua Santità per la città del Vaticano

Preghiera a San Giovanni XXIII (PDF)

Auguri di Buona Pasqua - 20 aprile 2014

“Egli disse loro: non abbiate paura!
Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso.
È risorto, non è qui”. (Mc 16 5-6)
 

Come non rallegrarsi della vittoria di Colui che così ingiustamente è stato condannato alla passione più terribile e alla morte sulla Croce!

Questa è la verità straordinaria, l’evento più importante della storia: Gesù va oltre il sepolcro perché è la Vita; vince le tenebre della morte perché è la Luce.

Dalla Risurrezione di Gesù attingiamo coraggio, secondo la parola del Signore “confortatevi, io ho vinto il mondo”, perché la Risurrezione è la più grande vittoria contro le forze del male.

La luce della gloria della risurrezione di Cristo sia sorgente di vita nuova per noi tutti e illumini la strada che, attraverso la Croce, porta alla salvezza.

Condividendo con voi, fratelli carissimi, la gioia pasquale, vi auguriamo l’abbondanza dei doni divini e in modo particolare la pace di cui il mondo di oggi ha tanto bisogno.

Il Cristo Risorto diventi per tutti noi la Forza, la Grazia e la Luce. Buona Santa Pasqua!

Uniti nella preghiera davanti alla Madonna “ad Rupes”.

Il Rettore e la Comunità dei Padri Micheliti


Auguri di Buona Pasqua Padre Francesco

VIVERE LA SETTIMANA SANTA

“Ma che cosa può voler dire vivere la Settimana Santa per noi? Che cosa significa seguire Gesù nel suo cammino sul Calvario verso la Croce e la Risurrezione? Nella sua missione terrena, Gesù ha percorso le strade della Terra Santa; ha chiamato dodici persone semplici perché rimanessero con Lui, condividessero il suo cammino e continuassero la sua missione; le ha scelte tra il popolo pieno di fede nelle promesse di Dio. Ha parlato a tutti, senza distinzione, ai grandi e agli umili, al giovane ricco e alla povera vedova, ai potenti e ai deboli; ha portato la misericordia e il perdono di Dio; ha guarito, consolato, compreso; ha dato speranza; ha portato a tutti la presenza di Dio che si interessa di ogni uomo e ogni donna, come fa un buon padre e una buona madre verso ciascuno dei suoi figli. Dio non ha aspettato che andassimo da Lui, ma è Lui che si è mosso verso di noi, senza calcoli, senza misure. Dio è così: Lui fa sempre il primo passo, Lui si muove verso di noi. Gesù ha vissuto le realtà quotidiane della gente più comune: si è commosso davanti alla folla che sembrava un gregge senza pastore; ha pianto davanti alla sofferenza di Marta e Maria per la morte del fratello Lazzaro; ha chiamato un pubblicano come suo discepolo; ha subito anche il tradimento di un amico. In Lui Dio ci ha dato la certezza che è con noi, in mezzo a noi. «Le volpi – ha detto Lui, Gesù – le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Mt 8,20). Gesù non ha casa perché la sua casa è la gente, siamo noi, la sua missione è aprire a tutti le porte di Dio, essere la presenza di amore di Dio.

Nella Settimana Santa noi viviamo il vertice di questo cammino, di questo disegno di amore che percorre tutta la storia dei rapporti tra Dio e l’umanità. Gesù entra in Gerusalemme per compiere l’ultimo passo, in cui riassume tutta la sua esistenza: si dona totalmente, non tiene nulla per sé, neppure la vita. Nell’Ultima Cena, con i suoi amici, condivide il pane e distribuisce il calice “per noi”. Il Figlio di Dio si offre a noi, consegna nelle nostre mani il suo Corpo e il suo Sangue per essere sempre con noi, per abitare in mezzo a noi. E nell’Orto degli Ulivi, come nel processo davanti a Pilato, non oppone resistenza, si dona; è il Servo sofferente preannunciato da Isaia che spoglia se stesso fino alla morte (cfr Is 53,12).

Gesù non vive questo amore che conduce al sacrificio in modo passivo o come un destino fatale; certo non nasconde il suo profondo turbamento umano di fronte alla morte violenta, ma si affida con piena fiducia al Padre. Gesù si è consegnato volontariamente alla morte per corrispondere all’amore di Dio Padre, in perfetta unione con la sua volontà, per dimostrare il suo amore per noi. Sulla croce Gesù «mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). Ciascuno di noi può dire: Mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. Ciascuno può dire questo “per me”.

Che cosa significa tutto questo per noi? Significa che questa è anche la mia, la tua, la nostra strada. Vivere la Settimana Santa seguendo Gesù non solo con la commozione del cuore; vivere la Settimana Santa seguendo Gesù vuol dire imparare ad uscire da noi stessi - come dicevo domenica scorsa - per andare incontro agli altri, per andare verso le periferie dell’esistenza, muoverci noi per primi verso i nostri fratelli e le nostre sorelle, soprattutto quelli più lontani, quelli che sono dimenticati, quelli che hanno più bisogno di comprensione, di consolazione, di aiuto. C’è tanto bisogno di portare la presenza viva di Gesù misericordioso e ricco di amore!

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